Alle pendici del maestoso Pizzo della Presolana, a 2259 metri di altitudine, si nasconde uno dei tesori naturalistici più affascinanti delle Prealpi Orobie: la Grotta dei Pagani. Questa spettacolare cavità calcarea rappresenta una meta obbligata per gli appassionati di trekking alpino, offrendo uno spettacolo unico soprattutto durante i mesi invernali, quando al suo interno si formano magnifiche stalattiti di ghiaccio che trasformano la grotta in una vera e propria cattedrale naturale di cristallo.
Storia e Leggenda della Grotta
La Grotta dei Pagani vanta una storia ricca di fascino e mistero, che affonda le radici nella notte dei tempi. Il nome stesso della cavità richiama antiche leggende che narrano di come questa grotta fosse utilizzata come rifugio da popolazioni barbariche durante le loro incursioni nelle valli bergamasche, da cui deriverebbe l'appellativo "dei Pagani".
La grotta acquisì notorietà particolare grazie a una straordinaria scoperta documentale avvenuta nel 1930. Un segretario comunale di Castione della Presolana, frugando tra le carte della celebre guida alpina Carlo Medici, ritrovò un prezioso libretto che documentava un'ascensione effettuata nel 1888. Questa scalata era stata compiuta in compagnia del principe don Emanuele Gonzaga, di don Luigi Grasselli e di un giovane sacerdote destinato a diventare famoso: Achille Ratti, futuro Papa Pio XI.
Il Legame con Papa Pio XI
La figura di Papa Pio XI, grande appassionato di montagna e alpinista esperto prima di salire al soglio pontificio, ha reso la Grotta dei Pagani un luogo di particolare rilevanza storica e spirituale. Il futuro pontefice, che aveva già raggiunto vette prestigiose come il Monte Rosa e il Gran Paradiso, trovò in questa cavità della Presolana un luogo di contemplazione e raccoglimento che lo accompagnò spiritualmente lungo tutto il suo percorso ecclesiastico.
La notizia del ritrovamento del libretto e dell'ascensione del futuro papa trasformò immediatamente la grotta in una meta di pellegrinaggio laico, attirando numerosi escursionisti desiderosi di ripercorrere le orme del pontefice alpinista. Per commemorare questo legame speciale, l'amministrazione comunale di Castione, insieme al CAI, agli alpini e alle parrocchie locali, ha ripristinato un altarino costruito molti anni fa nelle vicinanze della grotta.
Il Fenomeno delle Stalattiti di Ghiaccio
Il vero spettacolo della Grotta dei Pagani si manifesta durante i mesi invernali, quando lo stillicidio proveniente dalle pareti rocciose si trasforma in opere d'arte naturali di rara bellezza. Le stalattiti di ghiaccio che si formano all'interno della cavità possono raggiungere dimensioni notevoli, creando un ambiente magico e surreale che ricorda le formazioni calcaree delle grotte carsiche.
Queste sculture di ghiaccio si sviluppano grazie alle particolari condizioni microclimatiche della grotta: l'acqua che filtra attraverso le fessure della roccia calcarea si ghiaccia a contatto con l'aria fredda, dando vita a formazioni che cambiano continuamente aspetto in base alle variazioni di temperatura. Il gioco di luci che filtra dall'ingresso della grotta illumina questi cristalli naturali, creando riflessi e trasparenze di incomparabile bellezza.
Il Percorso di Avvicinamento: Il Calvario
L'accesso alla Grotta dei Pagani rappresenta un impegnativo trekking alpino che mette alla prova la resistenza fisica degli escursionisti. Il percorso più utilizzato parte dal Passo della Presolana (1297 metri) e si sviluppa lungo il sentiero CAI 315, attraversando boschi di conifere e ripidi pascoli fino alla Baita Cassinelli a 1568 metri.
Da qui inizia la parte più impegnativa dell'itinerario, soprannominata "Il Calvario" proprio a causa del terreno ghiaioso e delle pendenze estreme che caratterizzano la salita. Il sentiero sale ripidamente attraversando i vari canaloni che scendono dal pizzo, richiedendo circa un'ora di marcia faticosa per raggiungere il Bivacco "Città di Clusone" a 2085 metri e la retrostante Cappella Savina.
L'Ultima Salita e l'Arrivo alla Grotta
Dalla Cappella Savina, ultimo avamposto prima della meta, mancano ancora 30 minuti di salita per raggiungere la Grotta dei Pagani. Questo tratto finale è particolarmente impegnativo e richiede attenzione, soprattutto in presenza di neve, per il rischio di valanghe provenienti dalle pareti sovrastanti della Presolana.
Il sentiero si snoda attraverso un ghiaione instabile e pendenze vertiginose, ma la fatica viene ampiamente ricompensata dall'arrivo alla grotta. L'ingresso della cavità si apre drammaticamente alla base delle imponenti pareti dolomitiche, offrendo una vista mozzafiato sul paesaggio circostante e costituendo il punto di partenza per la via normale alpinistica che conduce alla vetta del Pizzo della Presolana.
Importanza Alpinistica e Naturalistica
La Grotta dei Pagani riveste un ruolo fondamentale nell'alpinismo delle Prealpi Orobie, rappresentando la base di partenza tradizionale per la salita al Pizzo della Presolana Occidentale. Dalle sue immediate vicinanze si sviluppa la via normale che, attraverso passaggi di secondo grado e traversi esposti, conduce alla vetta a 2521 metri.
Dal punto di vista naturalistico, la grotta costituisce un esempio perfetto di fenomeno carsico in ambiente alpino, dove l'azione combinata di acqua, gelo e disgelo ha modellato la roccia calcarea creando questa spettacolare cavità. La Grotta dei Pagani continua così a essere un simbolo della montagna bergamasca, coniugando storia, spiritualità, alpinismo e bellezza naturale in un luogo di straordinario fascino che attrae ogni anno centinaia di appassionati di montagna.