Italia presa d'assalto dai turisti. Numero chiuso?

Nell'estate del mondo stretto, quando i flussi turistici si concentrano su poche mete e cambia la mappa delle destinazioni, l’Italia rischia di scoppiare: troppi turisti si concentrano nelle mete simbolo della Penisola, tanto che da più parti si alzano le voci che richiedono il numero chiuso.
I punti critici sono quelli ben noti: Venezia, Firenze, Capri, i siti archeologici maggiori. A contribuire alle polemiche, la tirata d’orecchie dell’Unesco ad alcuni dei siti italiani, Firenze, appunto, e Venezia sul tema delle grandi navi.
Ma che l’eccesso di concentrazione dei flussi sia un problema, lo segnalano da tempo i sindaci della principali località turistiche, che temono lo spopolamento dei centri storici e che devono affrontare i flussi spesso mordi e fuggi, che lasciano sul territorio più spese che guadagni.
A Venezia il primo a parlare di numero chiuso fu negli anni '80 il sindaco Mario Rigo. Tra le ipotesi al vaglio vi erano i tornelli per entrare in Piazza San Marco. Oggi l'amministrazione, guidata dal sindaco Luigi Brugnaro, vorrebbe una "Ztl per i turisti", ma ammette di avere le armi spuntate: "Al momento non si può, si va a confliggere con il diritto dei cittadini che possono andare dove vogliono".
Altro punto critico, Capri. Ogni anno sulle banchine si registrano 4 milioni di passeggeri. Il sindaco Gianni De Martino vuole intervenire per rallentare il ritmo di traghetti e aliscafi, portandolo a uno ogni venti minuti.
A favore del numero chiuso, ad esempio sulle Dolomiti, è Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico, dal 2013 commissario del parco dell'Appia Antica: "La natura è come un museo ed è giusto che si paghi per vederla, va rispettata e preservata. Sui passi delle Dolomiti bisognerebbe adottare misure come ticket e accessi a numero chiuso”.
Enit, Federturismo e la prevenzione
Più prudente Evelina Christillin, presidente dell’Enit, che, pur conscia del problema, non può non lavorare per attrarre turisti nella Penisola. “Potrebbe essere utile un sistema di dissuasione sulla rete, al momento della ricerca online delle destinazioni – dice -. Far capire a chi sta arrivando che c’è già troppa gente, che non potrebbe godere delle bellezze del luogo, troverebbe i servizi sovraffollati, sarebbe in difficoltà per mangiare e per dormire. Ma prima del suo arrivo".
Perché mettere un tornello per stoppare i turisti al raggiungimento del numero stabilito non si può fare.
Lo dice chiaramente Gianfranco Battisti, neo presidente di Federturismo Confindustria: “Non credo – dice - che l’introduzione di tornelli e ztl sia la giusta soluzione per limitate il turismo mordi e fuggi. Ritengo però fondamentale, per coniugare la salvaguardia del territorio e gli interessi economici, organizzare gli accessi e regolamentare i flussi attraverso azioni di programmazione preventiva e razionalizzando il traffico con progetti di promozione mirati e di destagionalizzazione che portino i turisti a scoprire le numerosissime destinazioni ancora poco conosciute del nostro Paese anche in ottica di sviluppo e occupazione”.