Tunisia e turismo, il Ministro Rekik: "Intransigenti sulla sicurezza"

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Selma Elloumi Rekik, 61 anni, imprenditrice agroalimentare, è Ministro del Turismo e dell’Artigianato da due anni. Due anni non facili, segnati ad inizio mandato dalla strage del Bardo (18 marzo 2015, 24 morti tra cui 4 italiani) e dall’attentato di Sousse (26 giugno 2015, 39 morti). Due  anni che hanno visto il turismo in Tunisia perdere altri ospiti che si sono aggiunti alle vistose perdite, registrate dalla ‘rivoluzione’ del 2011, un calo impressionante (- 80%) che solo ora segna qualche inversione di tendenza e che confida molto per questo 2017. Nell’incontro che il Ministro ha avuto qualche giorno fà con un folto gruppo di giornalisti italiani specializzati nel settore, ha infatti potuto confermare che il Governo ha ottenuto da un lato il consenso di alcuni importanti gruppi alberghieri nella ripresa degli investimenti, mentre dall’altro ha concordato con le compagnie marittime la ripresa delle crociere, potente volano di presenze turistiche e veicolo di fiducia a respiro internazionale.

Non va infatti dimenticato che, dopo la strage del Bardo, dove i turisti coinvolti erano scesi dalla Costa Fascinosa e dalla MSC Splendida (circa 200 passeggeri stavano in visita al museo) vi sono stati strascichi giudiziari e le compagnie erano state accusate di aver promosso un itinerario che non godeva delle necessarie garanzie di sicurezza. Parlando con la stampa italiana, Selma Elloumi Rekik ha espresso, a nome del Governo, una posizione di estrema durezza nei confronti del terrorismo e del suo ‘brodo di cultura’, non volendo ignorare che, proprio in Italia, si sono verificati alcuni recentissimi episodi di estremismo armato che hanno riportato alla Tunisia: basta pensare all’uccisione, avvenuta a Milano, dell’autore della strage di Berlino, e allo stillicidio di arresti ed espulsioni di cittadini tunisini, susseguitisi nelle ultime settimane.  douz festival 2017 525 v r20x p72

In proposito, Rekik ha affermato che i terroristi “disonorano il loro Paese” e che apprezza particolarmente l’azione della sicurezza italiana. E ha anche sostenuto che il Governo di Tunisi attua una politica di prevenzione che dovrebbe essere estesa, controllando che “le moschee siano luoghi di preghiera e non di attività politica”, eliminando le storture che dovessero verificarsi. Il Ministro ha anche dato atto che la collaborazione ricevuta a livello internazionale ha consentito che le misure di sicurezza interne venissero rafforzate, soprattutto nei luoghi di transito e permanenza turistica, come aeroporti, alberghi, luoghi di interesse culturale. “Ho ben presente – ha detto – che in Italia accadimenti come l’attentato di Sousse (quindi in zone balneari di prima grandezza, da sempre fiore all’occhiello della promozione turistica tunisina) abbiano avuto un’eco particolare, tanto da provocare nel 2015 un’immediata e pesante caduta negli arrivi. Stato di cose solo recentemente miglioratosi, visto che nel secondo semestre del 2016 abbiamo assistito a una lieve ripresa”. Già circa un mese fa, parlando con con un’emittente locale ripresa per noi da Ansamed e tirando le somme dalla Conferenza internazionale ‘Tunisia 2020’, il Ministro Rekik aveva parlato di progetti di grande respiro per il futuro, sempre con la premessa della sicurezza. “Se non avremo problemi di sicurezza – ha quindi voluto ripetere ai giornalisti italiani - potremmo accogliere 7 milioni di turisti stranieri nel 2017, per arrivare a 10 milioni entro il 2020”. Sempre per quanto riguarda i piani per il futuro, Rekik ha infine dettagliato che l'intero settore sarà rilanciato, con una formazione professionale specifica e controlli più rigorosi che permetteranno una riclassificazione degli hotel, puntando a una ‘certificazione internazionale’. Proseguirà inoltre la strategia di diversificazione dei prodotti turistici (non più focalizzata solo sul balneare) e l'implementazione dell'Open Sky e dell'E-Visa (visto elettronico), che permetteranno di fare della Tunisia una destinazione aperta al mondo intero: Russia e Cina i primi, naturali target. Nel 2016 il numero di ingressi turistici nel paese (al 30 novembre) è stato di 5,2 milioni, dei quali 1,5 mln di turisti algerini e 1 mln di libici. I turisti europei sono stati 2,5 milioni tra cui 600 mila russi. Nelle foto On the Road, il Ministro del Turismo e ArtigianatoSelma Elloumi Rekik e (alla sua destra) il Direttore Generale, Abdellatif Hamam, nel corso dell’incontro con la stampa italiana specializzata.