L'Americana Sidney e le Montagne Blu

sidney darling harbour molo 12 e 13 501 oll r30x  E’ la grande rivale dell’altra città australiana per eccellenza, l’'europea' Melbourne. La prima corre, la seconda cammina. La prima vive freneticamente, la seconda è più rilassata. Sydney può essere raccontata in diversi modi, parlando di intrattenimenti, musei, giardini eccetera. Io ve la racconterò da una prospettiva diversa; partendo dai suoi viali, dall’esterno verso il centro.
Dal quartiere di Woolloomoloo, il quale dà le spalle ai Giardini Botanici (non mozzafiato come quelli di Melbourne; uno a zero), si scende la pittoresca scalinata McElhone per raggiungere la baia. E’ li che si svolge la vita notturna più divertente, ma mai kitch: bar, ristoranti che si affacciano sul porto, e non siamo ancora nel cuore della città.
Attraversiamo i giardini e ci troviamo di fronte all’appariscente ed elegante struttura della Opera House. Camminata totale: trenta minuti. Niente male, vero? Da lì a poco più di 10 minuti a piedi, sarete completamente immersi nel centro della città con i suoi enormi grattacieli (forse per questo motivo è più americana di Melbourne), soffermatevi qualche minuto ad ammirare il palazzo storico Burns Philip, all’angolo orientale di Bridge Street e Macquarie Street. Non lasciatevi sfuggire l’opportunità di visitare almeno il museo di arte contemporanea (la personale dell’acclamata artista nigeriana Wangechi Mutu è in mostra fino al 14 agosto), sulla sponda opposta al Teatro dell’Opera. sidney opera 150 oll r20x
Sempre nella stessa area, si possono prendere diversi traghetti. Se volete rifarvi gli occhi, grazie a una panoramica generale della costa, prendete l’imbarcazione per la spiaggia di Manley. Ci mette circa 40 minuti ma ne vale davvero la pena, potete rendervi conto della qualità di vita degli australiani, almeno di quelli che vivono nella zona costiera orientale. Non hanno idea di cosa sia la crisi. Una volta arrivati al porticciolo godetevi The Corso, la piazzetta con il corso, appunto, pedonale, piena di negozi, bar e ristoranti in cui potete rilassarvi, guardando le onde dell’oceano e i surfisti che le dominano.
Altra spiaggia, altro traghetto. Questa volta ci porta a La Spiaggia: Bondi. Non fatevi ingannare dal nome con un suono italiano. In realtà è una parola in una delle tante lingue aborigene del luogo, la quale significa “il rumore dell’acqua si infrange sulle rocce”. Famosa per le proteste di bagnanti e surfisti, quando questa spiaggia non era pubblica, Bondi ricopre il ruolo di quel Sogno Australiano composto da sole, avventura e relax. Vi è anche una camminata di circa 1 ora, lungo la costa rocciosa, la quale vi porta ad altre spiagge (non perdete quella di Bronte, più piccola, ma decisamente più tranquilla e meno affollata), passando per il cimitero monumentale, collocato proprio su di un dirupo.

Se l’innocente diatriba tra Melbourne e Sydney non è, come direbbero gli inglesi, “la vostra tazza di té”, allora lasciate la città e dirigetevi verso le Blue Mountains (1 ora e mezza d’auto dal centro di Sydney). A discapito del nome evocativo, le montagne non sono blu, ma più sul rossiccio. Ci sono due scuole di pensiero sulla ragione del nome. La prima sostiene che c’è spesso nebbia lassù, non si riesce a vedere mai il fondo della valle, ricoperta dagli alberi, e la reazione a contatto con gli alberi di eucalipto è, appunto, una sfumatura di blu rilasciata nell’aria, la seconda è che il termine 'blue' indica qualcosa o qualcuno rossiccio, nell’inglese australiano. Tutte e due le spiegazioni non sono delle più convincenti, ma ci accontentiamo dello spettacolo offerto.
Prima di entrare nella suddetta area, fermatevi alla piazzola di sosta dove vi è un famoso fast-food e un benzinaio: se la storia vi appassiona, dietro di esso troverete quello che è rimasto di un piccolo avamposto coloniale del 1865 di Sir Frederick Pottinger.
La prima vera attrazione in cui ci si imbatte è il King Tableland, un ristretto altipiano dalla roccia spoglia, importante simbolo per gli aborigeni locali. Secondo l’autore, è il punto migliore per comprendere la grandezza delle Blue Mountains. Inoltre, si possono ammirare alcuni dipinti rupestri, per scorgerli è necessaria una guida esperta. Seconda tappa sono le cascate Wentworth, alte 187 metri, tolgono il fiato alla sola vista. Si possono percorrere due sentieri, a seconda della preparazione fisica. Non sopravalutate la propria condizione fisica e non sottovalutate le indicazioni dei ranger: potrebbero salvarvi la vita. Lo scorso gennaio, un ragazzo di venti anni è scivolato da una zona a rischio medio-basso.
Se il trekking non fa per voi, la modesta cascata della Leura, fa al caso vostro. Il percorso dura venti minuti, piacevole per il paesaggio e non stancante. L’aspetto interessante di questo luogo è il continuo collegamento dei sentieri l’uno con l’altro, se avete tre giorni circa a disposizione, potreste abbandonare letteralmente l’auto al primo e proseguire a piedi fino ai più famosi: Echo point e le 3 Sorelle. Secondo il Sogno del popolo Gundungurra, tre sorelle bellissime, Meehni, Wimlah e Gunnedoo vivevano nella Jamison Valley. Erano follemente innamorate di tre fratelli, i quali, purtroppo, erano del popolo Dharruk. Il matrimonio intertribale era proibito dalle loro leggi. Tuttavia, i tre giovani decisero di prendere con la forza le tre donne. Così i Kurandjuri (i saggi del popolo Gundungurra) fecero un sortilegio: trasformarono le tre sorelle in rocce. Il piano era di riportarle in vita dopo la fine dei conflitti. Sfortunatamente, i saggi furono uccisi, e le sorelle rimasero per sempre delle rocce, ammirate dai turisti. Questa è una delle tante storie aborigene sulle Blue Mountains.
Anche in questo angolo, vi sono diversi sentieri. Il più affascinante, ovviamente, è quello che attraversa le Three Sisters: 1000 scalini, raccomandata solo a camminatori esperti. Non per niente la scalinata si chiama Giant Stairway (Scalinata Gigante). Se invece, non siete in forma, ma forti di cuore, allora lo Scenic World fa al caso vostro. Una cabina a 545 metri di quota, in tutta sicurezza, nella quale si può scrutare tutta la valle, Orphan rock, Echo point.
Tutti le principali attrazioni sono incentrate intorno alla cittadina Katoomba. Blue Mountains, il luogo selvaggio più accessibile d’Australia.


testi e foto
di Matteo Preabianca