Donne protagoniste: "Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600". Questo è il titolo di una delle più importanti mostre della stagione espositiva milanese. Presentata alla stampa, nonostante difficoltà e i protocolli, e aperta al pubblico oggi, 2 marzo, sarà visitabile sino al 25 luglio.
Per adesso ci si dovrà accontentare solo di un tour virtuale, ma gli organizzatori sperano di iniziare al più presto con le visite in presenza.
Trentaquattro artiste che si fanno conoscere attraverso oltre 130 opere. Terribilmente classiche, con lo sgomitare nel mondo che una donna di ogni estrazione sociale e periodo storico conosce, sono al contempo estremamente moderne per il ruolo sociale che hanno rivestito nel loro tempo, alcune affermatesi presso le grandi corti internazionali, altre vere e proprie imprenditrici.
Una mostra fortemente voluta dall'amministrazione comunale come dichiarato dal sindaco Sala: “Inserita nel palinsesto culturale 2020-2021 de 'I talenti delle donne' è un'opportunità unica per ammirare una collezione di grande interesse storico e artistico, ma anche sociale, che fa riflettere sul ruolo della figura femminile come artista, lavoratrice e appartenente a una comunità”.
Le opere selezionate per la mostra, curata da Anna Maria Bava, Gioia Mori e Alain Tapié, provengono da 67 diversi prestatori, tra cui le Gallerie degli Uffizi, il Museo di Capodimonte, la Galleria Nazionale dell'Umbria, i Musei Reali di Torino, la Pinacoteca nazionale di Bologna, la Galleria Borghese, la Pinacoteca di Brera, il Castello Sforzesco, ma anche il Musée des Beaux Arts di Marsiglia e il Muzeum Narodowe di Poznan.
Il progetto espositivo è realizzato con il sostegno di Fondazione Bracco, main sponsor della mostra.
Sono esposte opere di artiste più note, come Artemisia Gentileschi a cui è dedicata un'intera sezione, a quelle meno conosciute al grande pubblico, come la nobile romana Claudia del Bufalo, nonché alcuni capolavori esposti per la prima volta.
Le sezioni della mostra
Le artiste del Vasari
Giorgio Vasari dedicherà le sue “Vite” ai talenti artistici e non poté non essere affascinato dalla nobile famiglia Anguissola, dove il padre Amilcare fornirà alle sue tre figlie tutti gli strumenti per coltivare gli innati talenti. In questa prima sezione domina la figura di Sofonisba Anguissola che, nata a Cremona, vivrà oltre dieci anni alla corte di Filippo II a Madrid, per poi spostarsi in Sicilia dove verrà visitata da Antoon van Dyck nel 1624. Tra le opere in mostra la “Partita a scacchi” del 1555 che ritrae le tre sorelle davanti alla scacchiera, segnalato per armonia, e “diligenza” esecutiva dal Vasari stesso. E' possibile ammirare, per la prima volta in trasferta, la “Pala della Madonna dell'Itria” (1578) che, restaurata per l'occasione, esce da Paternò.
Artiste in convento
Non è raro che alcune artiste provengano dal mondo monastico, era una delle papabile scelte esistenziali al vaglio delle donne dell'epoca. In questa seconda sezione spicca la figura di Orsola Maddalena Caccia, istruita dal padre, entrerà in convento con le sue sorelle dove trasformerà la clausura in un luogo di arte e cultura. In mostra le sua grande tela della "Natività di San Giovanni Battista" (1630-40) e la sua serie di austere Sibille (1640-50).
Storie di famiglie
Difficile studiare se non si era di nobili origini dunque e, in caso di illustri natali, le prime possibilità creative nascevano dalla bottega paterna. Ed ecco che da Nord a Sud molte donne fecero dell'arte la loro professione ereditando il mestiere e spesso anche bottega e committenti. Fede Galizia continua l'attività del padre trentino a Milano dove è nata. In mostra troviamo “Giuditta con la testa di Oloferne” del 1596, simbolo della mostra che compare anche sulla copertina del catalogo edito da Skira. E poi ancora la pittrice bolognese Elisabetta Sirani, in mostra con potenti tele in cui sono raffigurati il coraggio femminile e la ribellione di fronte alla violenza maschile; Ginevra Cantofoli, con “La giovane donna in vesti orientali”(seconda metà del XVII);
Le accademiche
Non sono tantissime nella storia le donne che entreranno in accademia, la prima sarà la mantovana Diana Scultori. In questa penultima sezione troviamo tra le altre Giovanna Garzoni, modernissima donna che visse tra Venezia, Napoli, Parigi e Roma, in mostra con rare e preziose pergamene.
Artemisia Gentileschi
L'artista, nata a Roma nel 1593, ma trasferitasi poco dopo a Napoli, merita una sezione tutta per sé. Figlia del pittore Orazio Lomi Gentileschi è un'icona di consapevolezza e rivolta. Creativa, imprenditrice, autonoma, ribelle, la sua arte rivaleggia con quella degli stessi pittori uomini dell’epoca. Troviamo qui alcuni dei suoi autentici capolavori come “Il suicidio di Cleopatra” del 1620, la “Madonna del latte”, la tela di “David con la testa di Golia” e, non ancora presente in mostra per lungaggini legate al corona virus, il dipinto inedito di “Maria Maddalena” proveniente dalla collezione Sursock, famiglia aristocratica del Libano. Il dipinto è stato danneggiato durante l'esplosione al porto di Beirut dello scorso agosto, e sarà esposto così come è in questo momento, in attesa di restauro.
Artemisia chiude le mostra e il cerchio del focus sulle donne, artista emblema di lotta contro l'autorità e il potere artistico paterno, nonché contro la marginalità riservata alle figure femminili nella storia.
Sara Rossi
per ulteriori informazioni sulla mostra e per prenotare il tour al momento solo virtuale consultare il sito Le signore dell'arte o quello di Palazzo Reale