Una mostra fotografica en plein air consacra le stelle del vino del cuneese Barbaresco. Allestita negli spazi recintati e intorno alla Torre medievale dell'omonimo comune in Provincia di Cuneo, di soli 600 abitanti, ma con ben 41 cantine - e che dà il nome a un’intera denominazione di origine controllata e garantita, che abbraccia anche Treiso, Neive e una frazione di Alba - l'esposizione è stata inaugurata sabato 19 giugno e rimarrà aperta tutti i giorni, dalle 10 alle 24.
Si tratta di 39 “cavalieri” in bianco & nero che circondano la Torre Medievale di Barbaresco, che danno vita ad una mostra “permanente” e in grande formato delle immagini dei produttori del celebre nettare, stampate su materiali che sfidano il tempo.
Le blasonate etichette del Barbaresco Docg danno vita ad un percorso fra ritratti ambientati e personaggi al lavoro in vigna e in cantina; e che gira intorno al monumento simbolo del paese ubicato nel cuore delle Langhe Monferrato Roero, nonchè Patrimonio Unesco e ormai famoso nel mondo enologico.
Il progetto voluto dal Comune di Barbaresco è stato realizzato tra dicembre e maggio 2021 da Max Rella, giornalista e fotografo di viaggi, enoturismo, vino e gastronomia. Un progetto articolato fotografico che nasce per dare un volto ai produttori, spesso sconosciuti ai più nonostante la notorietà di tante cantine e di alcune etichette: una raccolta di ritratti, ambientati e non, e personaggi all’opera mentre lavorano, tra le vigne, le botti e gli altri strumenti del mestiere. Un progetto che riapre la stagione culturale della Torre di Barbaresco e del Museo Cavazza; presentato anche il catalogo in bianco e nero “Volti di Barbaresco” e la raccolta di video-pillole “Un’Annata a Barbaresco”.
Le immagini, stampate su pvc adesivo polimerico plastificato, che resiste qualche anno alle intemperie (sole, pioggia, umidità, etc), riproducono il più fedelmente possibile la resa del bianco e nero. E sono accompagnate da altre 39 piccole immagini in B&N e da un testo di massimo 150 caratteri in italiano e inglese, riferito a ciascun protagonista. Le targhette esplicative comprendono anche il QR code che rimanda al sito di ogni singola cantina.
La mostra prosegue poi all’interno della Torre di Barbaresco negli spazi del Museo Cavazza, ma con altre immagini degli stessi produttori proiettate a colori sulle pareti interne di pietra e mattoncini. Completa la rassegna la raccolta di video pillole - di nuovo in bianco e nero - in cui ciascun produttore racconta in libertà Un’Annata a Barbaresco: dalla più lontana alla più recente, dalla più favorevole alla più difficile; ma anche un’annata in cui è avvenuto un fatto bello e importante per la vita del produttore, come la nascita di un figlio, un matrimonio o addirittura la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio.
Tutto questo in un luogo simbolico del paese, la sua antica Torre medievale, uno sito impregnato di storia ed energia: una “stele” squadrata di 30 metri d’altezza e 9 metri per lato, conficcata in un basamento d’arenaria, che dall’XI secolo svetta sulle dolci colline delle Langhe – oggi Patrimonio Unesco – guardando e sorvegliando la valle del Tanaro.
Caduta per lungo tempo in abbandono nell’estate di sette anni fa è stata recuperata e oggi è diventata potente veicolo culturale ed enoturistico: il suo museo interno nel 2019 ha accolto oltre 30mila visitatori (+ 40% sull’anno prima) e incassato 130mila euro di biglietti d’ingresso, risorse reinvestite in personale, progetti culturali e migliorie. Un progetto a lieto fine realizzato dal Comune di Barbaresco, che allora era guidato dall’ex sindaco Alberto Bianco, oggi vicesindaco e anche ideatore della mostra Volti di Barbaresco; progetto questo elaborato e sviluppato insieme all’autore Max Rella.
La mostra è infine accompagnata dal catalogo in bianco e nero Volti di Barbaresco, curato e realizzato da Edizioni Pubblicità Italiana, la casa editrice modenese specializzata nel mondo dell’enogastronomia (edita le riviste Premiata Salumeria Italiana; Il Pesce; Eurocarni).
A firmarne la prefazione Sergio Miravalle, giornalista enogastronomico di lungo corso, per anni al quotidiano La Stampa e oggi direttore del trimestrale di cultura e territorio Astigiani.
Il volume completa il progetto fotografico con altre immagini degli stessi produttori e del territorio ed è stato realizzato con il supporto di enti e agenzie di promozione del territorio: Ente Turismo Langhe Monferrato Roero; Fondazione CRC; agenzia Wine Experience.
La visita alla Torre è libera e gratuita, tutti i giorni nessuno escluso dalle 10 alle 24; stessi orari per la visita al Museo Cavazza, interno alla struttura, questo però con ingresso di 5€, ridotto 4€. Ed è anche possibile approfittare dal mattino a notte del nuovo e panoramico Bistrot della Torre, con 50 posti all’aperto: per un calice di vino, spaziando tra oltre cento etichette (Barbaresco in gran forze, vari Nebbioli, bollicine metodo classico di Alta Langa e Champagne); oppure per un piatto tipico, dai classici antipasti piemontesi come carne cruda all’Albese e Vitello Tonnato, fino ai Ravioli del Plin e alle selezioni di salumi e formaggi di territorio (prezzi: 7-15€ a portata).
per informazioni, consultare il sito Torre di Barbaresco
la redazione