Un evento per scoprire le novità nel campo delle energie rinnovabili e come si possa rendere fattibile la creazione di una comunità rurale autosufficiente
Quando intorno a un tavolo si discute come utilizzare le proprie risorse. Per avere una bolletta meno cara, sicuramente, ma principalmente perché è strumento di valorizzazione del proprio territorio, da un punto di vista morale, etico, sostenibile e sociale. Tutto questo è stato palcoscenico di un interessante incontro nel cuore della Sardegna, ad Ottana, in provincia di Nuoro.
Le CER, Comunità Energetiche Rinnovabili, costituiscono un sistema capace di produrre, consumare e condividere energia prodotta da fonti rinnovabili. Il convegno “Nuovo sud che cresce, soprattutto al nord”, è stato organizzato dal Comune di Ottana in collaborazione con Albatros, l’Associazione che si occupa dello sviluppo della green economy e ricerca scientifica, e E.A.R.T.H Academy. Svoltosi nelle sale del Comune il 18 maggio è stato un incontro e, al tempo stesso, strumento capace di illustrare ed evidenziare il ruolo centrale dei piccoli comuni nello sviluppo delle CER. Presenti a questo importante dibattito anche la Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Alessandra Todde, oltre a consulenti e tecnici ed atri membri della giunta Regionale: Emanuele Cani (Assessore all’industria), Gianfranco Satta (Agricoltura), Mariaelena Motzo (Affari generali). In connect online, il Coordinatore della Transizione Ecologica per il M5S Gianni Pietro Girotto.
“Solo le comunità energetiche rappresentano un valido strumento per incentivare gli investimenti sulle energie rinnovabili senza che rappresentino un devastamento del territorio” - afferma Fausto Faggioli, presidente Rete Albatros – “Scegliere è il must, e Ottana deve farlo senza indugi. Non piu scelte che arrivano dall’alto. Dal territorio per il territorio, dai cittadini per i cittadini, tutti dobbiamo sentirci partecipi e abbracciare l’idea di creare una comunità ospitale”
Franco Saba, sindaco di Ottana, crede fermamente nel modello: “La comunità energetica è il miglior mezzo per dare voce alla comunità, ai cittadini, per partecipare attivamente al cambiamento e alla transizione energetica. E’uno strumento di partecipazione e non solo di dipendenza. Credo fermamente a questo modello perché è un modo per rilanciare il nostro territorio, per troppo tempo sfruttato e depauperato”
Come prima rappresentante della Regione, la Presidente Todde ha rimarcato che: “Occorre partecipare alle linee guida della transizione energetica perché chi valuta a Roma i progetti che impattano sulla Sardegna spesso non conosce l’isola e le sue peculiarità. Occorre fare anche una riflessione sulla gestione delle concessioni e gestire direttamente il tema dell’acqua perché è un bene primario e sta mancando ovunque ma è strettamente necessario all’agricoltura”.
Andrea Prato, direttore generale Albatros, nel suo intervento ha esposto che “la nostra Rete di professionisti sostiene più di 400 enti locali in tutta Italia. Lo scenario internazionale con il quale ci confrontiamo ci da possibilità di fare scelte con meno errori possibili. La scelta più giusta attualmente è autoprodurre il fabbisogno di energia per rendere una comunità autosufficiente, anche in previsione di gennaio 2025 quando verrà abolito il PUN e si aprirà una grande opportunità per il Sud.
Solo il Sud può salvare l’intero paese dal ritorno al Medioevo - prosegue Prato - perché i giacimenti dove produrre energia solare ed eolica non si trovano certo al nord. Ma il Sud deve necessariamente trattenere almeno metà di energia prodotta per attrarre investimenti che generino occupazione”
Ancora più esplicito l’Assessore all’Agricoltura, Gianfranco Satta: “Non possiamo più accettare richieste non sostenibili per produrre, accumulare e trasferire energia. Molte aziende internazionali stanno guardando alla nostra regione, ma tutto ciò deve essere a beneficio dei cittadini e non essere sfruttato da speculatori”.
E proprio ad Ottana un'azienda "sfrutta" la CO2 per immagazzinare energia dal sole e dal vento. Al termine del convegno i presenti, le istituzioni e la cittadinanza si sono recati alle porte della cittadina sarda per osservare il primo impianto sperimentale creato dall'azienda italiana Energy Dome.
L’azienda ha brevettato questo sistema che usa l'anidride carbonica come mezzo di immagazzinamento dell'energia prodotta dalle fonti rinnovabili non programmabili.
Dunque alternative ci sono. Le comunità energetiche rappresentano una vera risorsa per il futuro ed una forma energetica collaborativa, incentrata su un sistema di scambio locale capace di agevolare lo sviluppo sostenibile e ridurre la dipendenza energetica dal sistema elettrico nazionale.
Per ulteriori info https://comunitaenergeticherinnovabili.it/
Silvia Donnini
(photo Johnny Manzo)