
Nel cuore dell'Oltrepò Mantovano, dove un tempo scorrevano i fiumi Po e Lirone creando un'isola naturale, sorge San Benedetto Po, uno dei borghi più affascinanti della Lombardia. Insignito del prestigioso riconoscimento de "I Borghi più Belli d'Italia", questo comune di circa 7.000 abitanti rappresenta una testimonianza straordinaria di mille anni di storia monastica, arte e cultura.
Le Origini dell'Abbazia di Polirone
La storia di San Benedetto Po è indissolubilmente legata alla fondazione dell'Abbazia di Polirone nel 1007 per volere di Tedaldo di Canossa, nonno della celebre contessa Matilde di Canossa. Il monastero benedettino fu edificato strategicamente sull'isola di Polirone, tra i fiumi Po e Lirone, per controllare la navigazione fluviale e consolidare il potere della famiglia dei Canossa sul territorio.
L'abbazia prese il nome di Polirone proprio dalla posizione geografica particolare, derivando dal latino "Poli" e "Lirone", i due corsi d'acqua che la circondavano. Inizialmente ospitò un piccolo nucleo di sette monaci benedettini, ma rapidamente divenne uno dei centri monastici più importanti dell'Europa medievale, collegato alle prestigiose abbazie di Cluny e Montecassino.
Matilde di Canossa e l'Epoca d'Oro
L'Abbazia di Polirone raggiunse il suo massimo splendore sotto la protezione di Matilde di Canossa, che nel 1077 donò il monastero a Papa Gregorio VII. Il pontefice affidò l'abbazia all'abate Ugo di Cluny, inserendo così il complesso nella riforma cluniacense che regolava vita, liturgia e architettura secondo i più alti standard europei.
Matilde di Canossa scelse l'abbazia come luogo della sua sepoltura, venendo tumulata qui alla sua morte nel 1115. La grande contessa riposa in un sarcofago di alabastro fino al 1634, quando Papa Urbano VIII acquistò le sue spoglie per trasferirle nella Basilica di San Pietro a Roma, dove oggi riposano in un mausoleo progettato dal Bernini.
Durante questo periodo, il monastero benedettino divenne un importantissimo centro culturale, dotato di un celebre scriptorium dove si trascrivevano manoscritti liturgici e opere di studio. L'abbazia ospitò personalità illustri come Martin Lutero, Paolo III, Giorgio Vasari, Andrea Palladio e Torquato Tasso.
L'Intervento di Giulio Romano nel Cinquecento
Nel XVI secolo l'abbazia conobbe una straordinaria rinascita artistica grazie all'intervento di Giulio Romano, l'illustre allievo di Raffaello. L'architetto e pittore mantovano fu incaricato di rinnovare la chiesa abbaziale, trasformandola secondo i canoni rinascimentali pur conservando elementi della struttura medievale preesistente.
Giulio Romano progettò una nuova facciata e ristrutturò gli interni, creando quello che nelle sue intenzioni doveva essere un intervento limitato ma che divenne invece un'occasione preziosa di sperimentazione architettonica. Il risultato fu una perfetta sintesi tra tradizione monastica e innovazione rinascimentale, che fa dell'abbazia un unicum nel panorama artistico lombardo.
Patrimonio Artistico e Architettonico
L'Abbazia di Polirone conserva oggi un patrimonio artistico di straordinario valore. La basilica abbaziale custodisce al suo interno la chiesa romanica di Santa Maria dell'XI secolo, con splendidi mosaici pavimentali datati 1151 che si dispiegano come un tappeto d'immagini nella zona del coro.
Il complesso monastico si articola in tre suggestivi chiostri: quello dei Secolari, quello di San Simeone e quello di San Benedetto. Nel refettorio grande si ammira un affresco attribuito al Correggio, mentre la Sala del Capitolo conserva le tombe degli abati del Cinquecento. Di particolare pregio sono il coro ligneo di Vincenzo Rovetta del 1550, le statue in terracotta del Begarelli e lo scenografico scalone Barberiniano del 1674.
Declino e Rinascita
La storia dell'abbazia nel Seicento e Settecento fu segnata da inondazioni, guerre e saccheggi che impoverirono progressivamente il monastero. La situazione divenne così critica che nel 1633 l'abate fu costretto a vendere il corpo di Matilde di Canossa per ottenere fondi necessari alla sopravvivenza del complesso.
Il colpo finale arrivò nel 1797 con la soppressione napoleonica dell'abbazia. Fortunatamente, i preziosi manoscritti furono trasferiti alla Biblioteca Comunale di Mantova, mentre la chiesa abbaziale fu elevata alla dignità di parrocchiale, permettendo la conservazione di gran parte del patrimonio artistico.
San Benedetto Po Oggi
Oggi San Benedetto Po è un importante centro turistico che attrae visitatori da tutto il mondo per ammirare l'Abbazia di Polirone e il Museo Civico Polironiano, fondato nel 1977 e considerato uno dei maggiori musei etnografici d'Italia. Il museo, allestito nell'antico refettorio, conserva testimonianze della civiltà contadina padana con una straordinaria collezione di attrezzi agricoli, carri e oggetti d'uso quotidiano.
Il borgo mantiene intatto il suo fascino medievale, con la maestosa piazza rimasta immutata dal Medioevo e l'antico ingresso del monastero che introduce i visitatori in un'atmosfera sospesa nel tempo. San Benedetto Po rappresenta così un esempio perfetto di come storia, arte e tradizione possano convivere armoniosamente, offrendo un'esperienza culturale unica nel panorama dei borghi italiani.