Tu be Av, l'amore a Gerusalemme

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Tu be-Av – festa agricola e dell’amore – affonda le sue radici ancora prima dei tempi del Talmud e cade il 15 del mese di Av, il penultimo mese del calendario ebraico, ed è l’ultima festività dell’anno ebraico. Quest’anno ricorre il 7 agosto.
Anticamente, era questa l’ultima data utile per tagliare la legna che sarebbe poi servita per cucinare, per costruire, per riscaldare le case. Da questo momento in poi si doveva dare alla natura un periodo di riposo, fino all’inizio del mese di Nissan, il mese della primavera. In occasione di questa ricorrenza era stabilito che le figlie di una tribù avrebbero potuto sposare i ragazzi appartenenti a una tribù diversa.
In questo giorno le ragazze scendevano nelle vigne e danzavano. Indossavano tutte un vestito bianco, prestato da un’altra ragazza. La figlia del re prestava il suo vestito alla figlia del Sacerdote, la figlia del Sacerdote alla figlia dell’aiutante, e così via, affinché “non provasse vergogna chi non lo possedeva”.
Tutte insieme illuminate dal bagliore della luna, danzavano nelle vigne, fuori dalle mura di Gerusalemme, risplendenti grazia e giovinezza nei loro vestiti bianchi, e invitavano i giovani che non avevano già impegnato il loro cuore a alzare gli occhi per guardarle. Le più belle invitavano a ammirare la loro bellezza, quelle provenienti da nobili famiglie invitavano a considerare la loro nobiltà e così via, fino alle meno belle e di famiglie umili, che ricordavano come la bellezza sia fugace, come una buona fama possa andare perduta e che solo una donna che teme Dio è degna di lode.
I giovani le seguivano, con la speranza di trovare una sposa, e così si innamoravano e si celebravano i fidanzamenti. In perfetta armonia con il clima d’amore e di poesia del Cantico dei Cantici.
Oggi Tu be Av è celebrato anche in chiave moderna, in modo simile al nostro San Valentino, ma non ha perso la valenza romantica di un tempo.